Di etichette e di #tag
M come Mercoledì!
Ecco#me qui!
Suona un po' romano se letto all'italiana.
Intendevo #eccomi (pronuncia all'inglese).
Racconterò di questo elemento
tanto comune quanto sconosciuto:
l'#tag (hashtag)!
Metà simbolo # ("octothorp" = in gergo tecnico
quattro linee e quattro incroci o "cardinalità"
e "primoriale" per i matematici,
per noi comuni mortali l'oramai obsoleto "cancelletto").
E metà parola (tag = etichetta).
Nasce con Twitter.
Per aiutare a posizionare e definire meglio un "tweet"
e poter poi ritrovare classificati ed ordinati
tutti i "cinguettii" che riguardano lo stesso argomento.
Sotto appunto, la stessa etichetta!
Hanno preso la parola tag che già era utilizzata nei Blog
per riordinare e facilitare la ricerca di articoli negli stessi,
e ci hanno anteposto il simbolo "hash"
che per gli inglesi è il corrispondente
della nostra abbreviazione di numero.
(Ad esempio, la domanda n. 2 per un inglese sarebbe question #2).
Così oramai tutti riconosciamo questo elemento #tag come l'"hashtag".
FACEBOOK
I profili privati di Facebook sappiano
che il loro utilizzo seguirà l'impostazione della privacy.
Per cui a meno che abbiate il simbolo del mondo per il vostro post,
rimarranno limitati ai vostri amici social.
Su Facebook servono (solo) a sottolineare una parola,
una frase, un modo di dire.
Oppure a rendere ironico un post o a classificarlo in maniera immediata
e ritrovarlo in caso lo ricerchiate
(ma se è molto usato non raggiungerete questo scopo).
Sono simpatici e qualche amico li sa usare
veramente in modo buffo e divertente.
Sono fini a se stessi,
ma davvero sono diventati caratterizzanti di un profilo
o di una personalità che si riconosce sul Social,
in base anche all'utilizzo degli #tag.
Seguono spesso mode e intercalari del linguaggio colloquiale
tanto da scomparire qualora divenissero
troppo popolari e banali
(#aperitivando, #ciaone, #celapossofare, #benemanonbenissimo
sono solo alcuni dei numerosi presenti nei network).
Ve ne vengono in mente altri?
Siate originali.
Siate voi stessi.
E che anche gli #tag vi rappresentino.
E divertitevi a crearne di nuovi e renderli popolari.
Non ci sono limiti di quanti metterne su Facebook.
Ma sappiate che dopo il terzo, di solito, non li legge più nessuno!
(Al massimo 30 per Instagram).
E che il simbolo del cancelletto va SEMPRE
messo prima e seguito dalla parola (tag) immediatamente.
Tra un #tag e l'altro ci vuole SEMPRE uno spazio.
#sempreprima #sempreunospazio
E sembra assurdo, ma la forma conta.
Anche sui Social Network!
Se li usiamo, usiamoli come si deve.
Soprattutto se gestiamo una pagina professionale (o business)
o un profilo pubblico.
In questo caso aggiungerne tre che rappresentano la nostra attività,
il nostro nome e magari il luogo dove operiamo,
può essere utile se qualcuno facesse ricerche di questi #tag
Ma capiterà difficilmente che qualcuno
mi cerchi su Facebook come #masme
o che io appaia tra gli ultimi post scritti
con un tag comune come #fotografia.
Pertanto è giusto sapere che 3 #tag su Facebook
sono un numero giusto.
Trovare quelli che più ci rappresentano
o che potrebbero far risalire a noi
senza che la ricerca si perda tra le maglie della rete (net)
e della tela (web) sarà importantissimo.
Immagino che nel breve futuro spariranno da Facebook professionale.
Brand importanti non ne usano più.
Nemmeno uno.
Ma comunque, i loro slogan
(che spesso seguono la regola delle 3 parole),
rimangono #tag facili da ricordare.
#justdoit chi vi ricorda?
INSTAGRAM
Altro discorso invece per quanto riguarda Instagram.
Dove l'uso degli #tag diventa un vero lavoro.
Perché considerare quelli giusti
permetterà di fare vedere le nostre immagini
ad un più vasto pubblico.
Ampio e selezionato!
E se un profilo privato lo fa per soddisfazione personale,
un profilo professionale ha necessità
di raggiungere un determinato target
e avere un ritorno
(che sia quello di essere conosciuti, condivisi o semplicemete visti).
Dipenderà dall'abilità e dalla costanza
dei Social Media Manager seminare
e raccogliere frutti
o mettere pesci nella nostra "rete".
Lo riscrivo perché è importante:
#simbolosempreprima
#spaziosempredopoparola
#tuttominuscolo
Non esistono altri metodi
di interpretazione personale sul modo di scriverli.
Se desiderate che funzionino, questo è l'unico modo di indicarli.
E' una convezione. Ma è questa.
Poi fate come volete, ovviamente.
Ma non dite che non ve lo abbia detto.
30
Numero massimo di #tag per Instagram.
Usarli tutti? Solo 6? 10? 18?
Strategia. Prove. Studio. Analisi.
Io dico sempre che,
avendo la possibilità di poterne inserire 30 a post,
perché non approfittare di queste 30 opportunità?
Almeno all'inizio,
è indispensabile non solo cercare i migliori
per la nostra strategia ed il nostro target,
ma soprattutto quelli che funzionano
per il nostro prodotto e lo scopo del nostro profilo.
Mercoledì prossimo continueremo a parlare
di #tag e di Instagram.
Seguite #me
E se desiderate, chiedete chiarimenti o ponete domande
specifiche.
Mi trovate su
o su
Buon Mercoledì!
Buon lavoro!
Siate Social,
siate gentili,
siate spontanei!
Marina M as me
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